Le ragioni di un addio
Non pretendiamo di poter chiarire o spiegare, né desideriamo compiacere. Miriamo a disfare e rifare: a fare sbagliando, piuttosto. Ci preme tendere il linguaggio alla sua massima estensione, sino a romperne le strutture, contro le formule logore della critica, il sovraccarico verbale, il citazionismo compiaciuto.
addio si propone di attuare un corpo a corpo disilluso, necessariamente sofferto, con la parola. Risalendo alla sua capacità di disinnescare l’indifferenza. Al suo agire quale campo attivo, resistente, della pluralità. Al suo disporre un luogo per il dibattito delle idee, così come dello scontro.
addio rifugge la ripetizione, il dogmatismo, la descrizione come fine, la filologia come alibi, l’iper-produttività, l’autoreferenzialità, la mancata presa di posizione. Rivendichiamo la sospensione, quella che connota il tempo eccentrico del pensiero, della scrittura e della lettura.
Non ci interessa il sistema dell’arte, ci interessa l’arte. Non ci interessa la moda, quale postura o condizionamento, ci interessa l’arte.
Ci impegniamo in una critica vissuta sul campo, accanto ad artiste e artisti.
Le ragioni di un addio sono le ragioni di un inizio.
Valentina Bartalesi
Vincenzo Di Rosa